In questa guida spieghiamo cosa sono i prestiti cambializzati a protestati e come risulta essere possibile ottenerli.
Il protesto, come sappiamo, è l’atto formale con il quale il pubblico ufficiale attesta il mancato pagamento di una cambiale o di un assegno bancario. Per tutelare i soggetti che hanno rapporti economici con il protestato, il protesto è oggetto di pubblicità. Questa pubblicità si realizza attraverso l’iscrizione nel Registro informatico dei protesti che viene tenuto dalla Camera di Commercio competente per territorio. I protestati sono considerati una fetta di clientela a rischio, a causa della loro iscrizione al Crif, Centrale Rischi Finanziari, e al Registro Protesti della Camera di Commercio, in conseguenza della loro storia creditizia negativa. Fino a quando si rimane segnalati nella qualità di cattivi pagatori o di protestati, le porte del mercato del credito restano quasi sempre sbarrate, specie nei momenti di crisi, dove gli istituti tendono a scremare i clienti, concedendo prestiti e mutui solo a quelli ritenuti più sicuri. Tuttavia, ciò non significa che i protestati non abbiano alcuna possibilità di accedere al credito. Per loro sono predisposti alcuni prodotti finanziari, come la cessione del quinto e i prestiti cambializzati.
Indice
Cosa Sono i Prestiti Cambializzati
I prestiti cambializzati sono finanziamenti che si caratterizzano per il fatto che il debitore garantisce per il debito ottenuto, attraverso la firma delle cambiali, titoli esecutivi che assegnano al creditore il diritto di escutere i beni del debitore inadempiente, senza la necessità di seguire l’intera trafila burocratica esistente in questi casi.
Il debitore firma le cambiali e le consegna all’istituto di credito. A ogni pagamento di una rata periodica, generalmente con cadenza mensile, il primo deve presentarsi presso lo sportello della banca o dell’agenzia finanziaria per il versamento della somma dovuta, oppure, molto più realisticamente, effettuare il pagamento tramite un bollettino postale o con il RID. Indipendentemente dalla modalità di pagamento, a ogni scadenza onorata il creditore restituirà al cliente la cambiale firmata, come se questa funzionasse da quietanza di pagamento. In effetti, il prestito si considera estinto una volta che il debitore è tornato in possesso di tutte le cambiali precedentemente firmata come garanzia o, se così non fosse, di liberatoria firmata dall’istituto di credito attestante che il cliente ha proceduto al saldo dell’intero debito.
Ci si potrebbe chiedere a questo punto se per un protestato basti la firma delle cambiali per ottenere un prestito cambializzato. La risposta è negativa. La cambiale funziona da garanzia aggiuntiva rispetto a quella di base richiesta, che è solitamente la busta paga. Solo il possesso di un reddito dimostrabile consente all’istituto di erogare un finanziamento, altrimenti non ci sarebbe certezza presumibile che il denaro prestato possa essere rimborsato.
Dunque, un protestato che voglia accedere al credito con un prestito cambializzato, deve presentare l’ultima busta paga, se è un lavoratore dipendente del settore pubblico o privato, assunto con contratto a tempo indeterminato da un congruo numero di mesi. Se si tratta di un lavoratore autonomo, di un libero professionista o di un imprenditore, il documento attestante il godimento di un reddito sarà il modello Unico.
Va evidenziato, però, come su questo punto le banche e le società finanziarie siano diventate negli ultimi tempi più restrittive, richiedendo spesso l’esibizione della sola busta paga, non accettando come garanzia il modello Unico. Questo, perché i prestiti cambializzati stanno sperimentando una nuova stagione di riscoperta da parte della clientela, in seguito agli effetti deleteri della crisi economica, ma sono anche lievitate le sofferenze bancarie, per cui si tende ad elevare il livello delle garanzie richieste.
Prestiti Cambializzati a Protestati Senza Busta Paga
Vediamo invece cosa potrà fare un protestato per ottenere un prestito cambializzato, se non possiede una busta paga, vuoi perché non ha un lavoro, o perché studia, fa la casalinga, è un lavoratore autonomo. La soluzione in questi casi consiste nell’esibire al creditore almeno una garanzia alternativa, reale o personale, sempre che la banca la accetti, in assenza di quella principale.
Nel caso di una garanzia reale, si tratta di fare iscrivere ipoteca su un immobile di proprietà. Questo potrà essere venduto all’asta dal giudice, su richiesta del creditore, nel caso in cui il debito non venga interamente onorato. La banca o la finanziaria si soddisferà con il ricavato fino alla somma vantata in credito.
Un’altra garanzia reale potrebbe consistere nel pegno, ossia una pratica apparentemente caduta in disuso, ma anche riscoperta in seguito alla crisi, per cui il debitore porta beni di valore presso l’istituto di credito, a titolo di garanzia. Parliamo di oro, diamanti, quadri di pregio, ossia tutti oggetti che tendono a conservare o anche ad accrescere il loro valore di mercato nel tempo.
Che si tratti di ipoteca o pegno, il credito sarà concesso per una frazione del loro valore di mercato, perché l’istituto si riserverà un margine di garanzia. In genere non si va mai oltre l’80% del valore di un immobile, sempre che non vi siano già iscritte altre ipoteche, che riducono la somma massima finanziabile.
La garanzia personale, invece, consiste nella doppia firma, ovvero un terzo soggetto i impegnerà in solido a onorare il debito, nel caso non lo facesse il debitore principale. Ovviamente, il garante, detto in gergo fideiussore, dovrà possedere i requisiti di reddito e patrimoniali richiesti al primo. Inoltre, egli dovrà assicurare il rispetto di ciascuna scadenza, non trovando giustificazione il fatto di ignorare l’inadempienza del debitore principale, in quanto ugualmente si rischia di essere segnalati come cattivi pagatori o protestati, essendosi impegnati con il creditore.
In definitiva, i prestiti cambializzati sono accessibili anche ai protestati, sempre che posseggano, come tutti gli altri clienti, la busta paga come garanzia principale. In assenza di questa, si potrà sperare nell’accettazione da parte dell’istituto di una garanzia alternativa, anche se avvertiamo che potrebbe, in ogni caso, essere erogata una somma non relativamente elevata.
Cancellazione Protesto
La soluzione più semplice, spesso, è la cancellazione del protesto. Le informazioni contenute nel registro dei protesti sono conservate per un massimo di 5 anni dalla data di iscrizione, ma il protestato ha la possibilità di richiedere la cancellazione del protesto in determinati casi. Per quanto riguarda le cambiali, se il titolo è stato pagato entro 12 mesi dalla levata del protesto, il protestato ha la possibilità di chiederne la cancellazione dal Registro Informatico con la presentazione di una domanda all’Ufficio territorialmente competente della Camera di Commercio. Nel caso in cui il pagamento della cambiale protestata sia avvenuto oltre i 12 mesi dalla data della levata del protesto, non è possibile chiedere la cancellazione diretta. In questo casi è infatti necessario presentare la domanda al Presidente del Tribunale territorialmente competente della riabilitazione. Dopo che è stato ottenuto il decreto di riabilitazione, si ha titolo per richiedere la cancellazione del protesto dal Registro Informatico presentando apposita istanza all’Ufficio della Camera di Commercio.
Per quanto riguarda gli assegni, per ottenere la cancellazione del protesto è sempre necessario ottenere il provvedimento di riabilitazione attraverso ricorso al presidente del tribunale competente, cioè quello della circoscrizione in cui risiede il debitore protestato.
Il ricorso può essere presentato non prima di un anno dalla data del protesto. Dopo che è stato ottenuto dal Tribunale il decreto di riabilitazione, bisogna presentare la domanda di cancellazione all’ufficio protesti della Camera di Commercio della provincia dove è stato pubblicato il protesto.